Viviamo una vita che meritiamo o la accettiamo (a denti stretti)?
Molti di noi non si rendono conto di ciò che meritano veramente. "Non ho mai fatto male a nessuno, perché la mia vita è così?"
Non abbiamo una visione globale della nostra entità umana. Abbiamo una storia karmica chi più chi meno lunga, chi più chi meno complicata, ma non la conosciamo, mentre il destino di questa vita si costruisce su quelle radici. Abbiamo in partenza: il paese di nascita, l'anno di nascita, i genitori, una certa condizione sociale. Esiste un piano dell'incarnazione corrente che prevede la restituzione dei vecchi debiti o la correzione di alcuni errori. C'è chi non capisce lo scopo della vita e continua a chiedersi: perché sono qui? Così giochiamo senza sapere a che gioco giochiamo e accumuliamo altri errori che saranno una base per le future "disarmonie" nei rapporti con altri giocatori. Anche loro come noi, spesso non conoscono lo scopo del gioco.
C'è una via d'uscita? Forse. Accettare la probabilità di poter sbagliare perché siamo a scuola. Controllare (o cercare di farlo) la risposta emotiva, perché ogni emozione è l'energia che circola e ci colpisce, preso o tardi. Tutto, alla fine, si paga. Tutto torna.
Uno dei russi che seguo ha scritto: "...il senso della vita è l'accumulo delle esperienze. La Terra è come una scuola dove un'entità multidimensionale "uomo" possa avere delle conoscenze teoriche e pratiche."
Le scuole esistono per insegnare. Abbiamo un'eternità per imparare e per diventare completi.