Le spirali sono alla base di tutto l’universo, questa forma è indubbiamente legata alle caratteristiche dei campi di torsione (non riconosciute dalla scienza ufficiale ma le migliori menti della fisica ne parlano da decenni).
Avete presente i disegni a spirale che tutti abbiamo sulle estremità delle dita?
Esiste un nome con il quale la scienza chiama i solchi e le figure sulle superfici digitali, palmari e plantari. Ed esiste una scienza che prova a studiarli: la dermatoglifia. A differenza della chiromanzia che osserva le linee e i segni sulla mano, in continuo cambiamento, chi si occupa di dermatoglifia sostiene che questi disegni non cambiano (del resto, lo sa anche la polizia che prende le impronte digitali).
Secondo i siti che ho visto la Dermatoglifia è un metodo scientifico che studia le impronte digitali come espressione del potenziale genetico di ogni individuo sia per l’attività sportiva, che per la promozione della salute.
In realtà, potrebbe essere una raccolta codificata della preziosa informazione sul nostro passato e presente. I disegni sui polpastrelli si formano al 3-5 mese dello sviluppo prenatale e c’è una connessione, ancora non molto chiarita, tra il cervello e la pelle, perché si sviluppano dallo stesso foglio embrionale. Magari, senza conoscere i misteri dei campi torsionali non potremmo capire appieno questi codici con cui nasciamo.
E prendiamo il caso dei psicometristi, o di tutta quella gente che “legge” con le dita: le foto, gli scritti. Si anno delle sensazioni, arrivano certe informazioni. A volte esatte, a volte sbagliate, come si sa, lo specchio psichico non è sempre limpido. Ma è una facoltà interessante.
Che i polpastrelli siano una sorta di lettore dei campi torsionale?